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Mala

Mala” in sanscrito significa “ghirlanda” ed è usato in meditazione e in preghiera. Si compone di 108 pietre, o grani, o semi, più uno di chiusura, che può essere più grande o semplicemente di varietà differente, viene chiamata meru o sumeru o pietra del guru e il suo scopo è segnalare la fine delle 108 ripetizioni della preghiera e dare inizio ad un nuovo ciclo. L’utilizzo del mala è presente nelle religioni Buddista e Indù da circa 6000 anni; alcuni ritengono che anche il rosario cristiano provenga dal mala indiano “ghirlanda per sussurrare preghiere”.

Oltre che per fini religiosi viene utilizzato nella meditazione ma anche nella vita quotidiana poiché simboleggiando il principio del “qui e ora” dovrebbe riportare la mente e lo spirito al rimanere costantemente presenti a se stessi semplicemente indossandolo (al collo oppure al polso sinistro). Durante la meditazione il mala viene usato con la mano destra, passando i grani tra il pollice e il dito medio, non si utilizza mai il dito indice poiché simboleggia l’ego, né il mignolo che simboleggia inerzia e pigrizia.

Tradizionalmente il mala, per ripristinare l’equilibrio energetico, è fatto da grani di legno di Sandalo o di Tulsi, o di semi di Rudraksha (Elaeocrapus Ganitrus, pianta tipica del nord dell’India), citati spesso nei Veda per i loro poteri salvifici.

Il Tulsi è una pianta sacra che in India si trova davanti a quasi tutte le abitazioni dei villaggi con ai piedi offerte di incensi e fiori, ma è anche curativa di malattie respiratorie e squilibri ormonali. I semi di Rudraksha sono considerati efficaci nelle malattie cardiovascolari, mentre il legno di Sandalo avrebbe influenza sugli effetti psichici ed è molto diffuso durante i riti e le pratiche tantriche.

Le tradizioni più moderne hanno introdotto anche i mala in pietra, che andrebbero indossati a contatto con la pelle, e i loro effetti variano in base al tipo di pietre di cui sono composti. I mala navaratna sono composti di 9 pietre, in rapporto con i 9 Dhatu, gli elementi di cui è composto il corpo umano.

I 108 elementi di cui si compone il mala nel corso della storia hanno assunto vari significati: 108 sono le Nadi (cioè canali energetici) che s’intrecciano nel chakra del cuore Anahata; numerologicamente 1 si associa a dio, 0 al vuoto e 8 all’infinito e sommando le 3 cifre si ottiene il numero 9 – 3 volte 3 – il numero perfetto; in sanscrito le lettere maschili sono 54 e quelle femminili 54 che in totale sono appunto 108.

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